Presentazione del libro “Il ritorno di Tosca. Auschwitz-Roma. Eretz Israel-Roma”.

Evento organizzato da Il Pitigliani e dall’Associazione Or, con il patrocinio dell’UCEI – Unione Comunità Ebraiche Italiane


SALUTI DI

Bruno Sed – Presidente Il Pitigliani
Ugo Di Nola – Presidente Associazione Or
Noemi Di Segni – Presidente UCEI

SONO INTERVENUTI

Simonetta Della Seta – International Holocaust Remembrance Alliance
Anna Foa – Storica
Giordana Tagliacozzo – Curatrice del libro

HA MODERATO 

Massimiliano BoniScrittore e Consigliere Corte Costituzionale

CON LA PARTECIPAZIONE DI

Tamara TagliacozzoUniversità RomaTre

Enrico CampelliPhD Sapienza

Bruno Di PortoUniversità di Pisa

Coro Ha- Kol

Il volume, curato da Giordana Tagliacozzo, presenta una storia famigliare che dagli anni 1944-45 arriva alla fine del decennio, ruotando intorno a Tosca Di Segni. Ebrea, arrestata a Roma col marito Gino Tagliacozzo, fu deportata ad Auschwitz e Theresienstadt. Ritornò soltanto lei, raggiunse i quattro figli nella Palestina della fine ’45 dove, sempre animata dall’intento di ricostruire la propria famiglia, tentò un difficile inserimento. Attraverso i diari e la corrispondenza di Tosca con figli, famigliari e amici, che confluiscono in una narrazione collettiva, scorrono i mesi del rientro, dell’agognato ricongiungimento, dei tentativi di ambientarsi nella nuova realtà e delle difficoltà crescenti; fino alla decisione combattuta del ritorno in Italia. Memorie e lettere, conservate negli archivi di famiglia, concorrono a costruire un testo sorprendentemente omogeneo e lineare nel tracciare vicende individuali che si collocano nel più vasto panorama della storia complessa di quegli anni.

Come scrive nella sua Prefazione Fabio Levi, “lo sforzo di Tosca e dei suoi famigliari fu quello di dover misurare il proprio avvenire e l’avvenire dei propri cari sul futuro del mondo circostante. L’interrogativo fu se restare in Palestina e rompere drasticamente con il proprio passato o tornare indietro e sentirsi, di più o di meno a seconda dei casi, come se si fosse tradita una parte di sé. Il libro dà modo di sollevare questi e altri problemi: ad esempio consente anche di cogliere la persistenza da una generazione all’altra del legame con Israele per le famiglie, come quella dei Di Segni e dei Tagliacozzo, coinvolte direttamente nella nascita del nuovo Stato. Ma soprattutto aiuta il lettore a calarsi nelle situazioni concrete e nei panni di tante persone diverse impegnate ad affrontarle. E per questo le lettere di cui è intessuto il racconto si rivelano uno strumento particolarmente efficace. Aiutano per loro natura a percepire l’immediatezza del momento, ma nello stesso tempo, oltre quell’immediatezza, sanno comunicare la complessità di una riflessione, di un ragionamento. Così, il carteggio nel suo insieme permette al lettore di fare quello che non sempre i libri di storia aiutano a fare: osservare la realtà mentre i singoli attori la stanno costruendo”.

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